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Storia del Museo 

Su precise disposizioni della Santa Sede, al fine di tutelare il ricco patrimonio storico-artistico della Chiesa, il Museo Diocesano d’Arte Sacra di Volterra fu costituito e aperto, come Museo dell’Opera del Duomo, il 20 dicembre 1932, grazie al dotto prelato Mons. Maurizio Cavallini, che curò la raccolta degli oggetti e la loro disposizione in alcuni locali dell’antica canonica della Cattedrale, oggi Palazzo Vescovile.

Il Museo fu danneggiato durante gli eventi bellici del 1944, quando particolarmente colpita fu la sezione dei paramenti sacri, molti dei quali andarono distrutti; venne riaperto una prima volta al pubblico e completamente riordinato dalla Soprintendenza il 4 giugno 1956.

A seguito di un furto sacrilego durante la notte di Natale 1984, il Museo restò chiuso per un ulteriore periodo, che però offrì l’occasione di importanti lavori di adeguamento impiantistico. Fu quindi riaperto per la seconda volta il 19 dicembre 1992, fino al trasferimento nella sua attuale sede, all’interno della Chiesa di Sant’Agostino, avvenuto nel 2017.

Primo caso in Italia, la Commissione appositamente nominata dal Vescovo Silvani ha deciso di collocare la collezione museale diocesana all’interno di una Chiesa – tra le più monumentali della città di Volterra – che non è stata volutamente sconsacrata, ma che rimane aperta al culto e luogo di preghiera: gli arredi e i manufatti sacri tornano così nel contesto e nella funzione per la quale sono stati concepiti e realizzati dalla pietà dei fedeli, non più chiusi negli armadi delle sacrestie, ma collocati laddove l’uso e la tradizione li ha sempre destinati.

L’adeguamento funzionale e la nuova collocazione del Museo Diocesano nella Chiesa di Sant’Agostino, sono stati possibili grazie al cospicuo lascito testamentario della nobildonna Sig.ra Franca Paoletti Adamo, deceduta in Siena il 19 dicembre 2000, che, come ricorda la lapide posta sulla parete destra di questa Chiesa, volle così onorare la memoria del padre, Avv. Paolo Paoletti, benefattore generoso della città di Volterra.

All’interno del Museo sono esposte, oltre al patrimonio di questa antica Chiesa volterrana, opere provenienti per lo più dalla Cattedrale, dalle altre chiese cittadine e, pur in misura minore ma significativa, da chiese del vasto territorio diocesano che lambisce ben cinque province civili: Pisa, Siena, Firenze, Livorno e Grosseto.

Intendimento principale della Commissione Diocesana è stato quello di voler offrire ai visitatori, particolarmente ai ragazzi che si preparano a ricevere i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, un percorso di catechesi attraverso l’arte e la liturgia. Nella esposizione museale hanno ritrovato spazio arredi e manufatti che l’uso liturgico aveva messo da parte dopo il Concilio Vaticano II.

Proprio per la sua caratteristica di Chiesa-Museo, la Commissione Diocesana non ha potuto seguire criteri di disposizione tipologica o cronologica delle opere, ma gli oggetti sono collocati negli spazi disponibili, cercando da una lato la loro massima valorizzazione, dall’altro l’armonia rispettosa dell’area sacra e della sua fisionomia. Il percorso di visita è, per questo, totalmente libero.

La sede collocata nella Chiesa di Sant’Agostino non è da considerarsi l’unico Museo Diocesano di Volterra: esso rappresenta soltanto la sede centrale di un sistema di musei diocesani diffusi sul territorio, con la presenza di sezioni staccate nelle principali parrocchie di alcuni dei sei vicariati, cioè le sei porzioni di territorio in cui è suddivisa la Diocesi. Ad oggi sono già attive ed operanti le sedi di Casole d’Elsa, Peccioli e Pomarance.

Anche la vecchia sede del Museo Diocesano presso il Palazzo Vescovile di Volterra, dove è rimasta quasi completamente la collezione lapidea del primo nucleo costituito nel 1932,può considerarsi anch’essa una sezione staccata dell’attuale sede,anche se purtroppo ad oggi non ancora visitabile.

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